Nuovo governo nell’Italia dove sono saltati i “sistemi”

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di Salvo Barbagallo

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Chi ritiene di applicare ancora le metodologie tradizionali di “raziocinio” nella vita pratica dei giorni nostri dovrà darsi una “riassestata”: non funzionano ora e, probabilmente, non funzioneranno nel futuro. La “lezione” – che piaccia, oppure no, il risultato è eguale – l’hanno fornita Cinque Stelle e Lega nel gioco della formazione del nuovo Governo del Paese. “Arbitro/spettatore/protagonista” lo stesso Capo dello Stato, Sergio Mattarella che ha seguito con attenzione, passo passo, gli alterni momenti di questa vicenda “politica” che riguarda l’intera collettività nazionale. Momenti anche di alta tensione, che hanno fatto temere il peggio, ribaltati da un’ora all’altra, che hanno scombussolato quasi sempre le previsioni degli “analisti” e degli “esperti” delle “normali” storie della Capitale legate ai Palazzi parlamentari.

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Ecco, il nodo della questione (a nostro avviso, a nostra personale “opinione”) sta proprio in questi termini: il risultato delle elezioni del 4 marzo scorso, un risultato “nato” da una volontà popolare espressa in “voti”, ha sorpreso le compagini politiche tradizionali, che non hanno compreso pienamente l’effettivo significato. Compagini politiche tradizionali che sono state negli ultimi anni al Governo o all’opposizione, non sono riuscite a cogliere il malumore che ha pervaso da un capo all’altro l’Italia, che non sono riuscite a cogliere i “segnali” che sono venuti nel tempo dal diffuso astensionismo nelle competizioni elettorali locali, regionali, nazionali ed anche europee, che non hanno saputo prevedere la possibile reazione verso ciò che (comunque) è stato considerato negativo per la popolazione.

Per semplificare, interpretando i fatti accaduti che sono stati e sono sotto l’osservazione di tutti: se fino a quale ora addietro la parola “caos” ha dominato le informazioni date dai mass media, quanto verificatosi subito dopo, ha rivoltato ogni cosa, mostrando una strada in discesa per la formazione del Governo Cinque Stelle/Lega, considerato definitivamente “defunto” dopo la presa di posizione del Capo dello Stato sul nome del professore Savona proposto quale ministro dell’Economia.

Alle 18.30 di oggi 31 Maggio, l’accordo è stato chiuso, con l’accordo sulla lista dei nuovi ministri che vede premier il professore Giuseppe Conte.

In corso d’opera mentre gli eventi si sviluppavano, il Corriere della Sera ha annotato: (…) Congelato Cottarelli, Mattarella segue gli sviluppi: in mattinata ha incontrato al Quirinale la presidente del Senato Casellati; poi una lunga telefonata con il presidente della Camera, Fico. Con entrambi si è confrontato sugli scenari che potrebbero aprirsi. Il professor Giuseppe Conte invece ha tenuto regolarmente lezione di diritto privato, stamani all’università di Firenze, prima di rientrare a Roma, dove risiede: «In bocca al lupo all’Italia» ha dichiarato il premier indicato per il governo «carioca» uscendo dall’aula, a chi gli augurava buona fortuna. Chissà se è stata la sua ultima lezione (…).

Ci troviamo di fronte al “cambiamento”? Se, come specificano i dizionari, “cambiamento” equivale a un mutamento improvviso di situazione, di uno stato di cose, di cambiamento si deve parlare e discutere. Che poi il “cambiamento” attuale sia positivo o peggiorativo lo si potrà verificare strada facendo e non certo prima, che i “nuovi” protagonisti della scena governativa piacciano o meno.

In ogni modo (sempre, volenti o nolenti) il vecchio “sistema” è stato messo Ko, e a quello che viene considerato “nuovo” (a ragione o a torto) deve essere data l’opportunità di dimostrare se il popolo che lo ha voluto ha visto bene, oppure è caduto nelle trappole delle sirene.


Ecco la “squadra” del nuovo Governo del Paese

Alle ore 21 e 47 di oggi, ultimo giorno di maggio, la comunicazione ufficiale al Quirinale da parte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte della composizione del Governo. I componenti del nuovo Governo presteranno giuramento domani alle ore 16 e saranno già presenti per i festeggiamenti di giorno 2.

 

Presidente del Consiglio – Giuseppe Conte

Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Lavoro Luigi Di Maio (M5S)

Vicepresidente del Consiglio e Ministro dell’Interno Matteo Salvini (Lega)

Rapporti con il Parlamento e democrazia diretta Riccardo Fraccaro (M5S)

Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno (Lega)

Affari Regionali e Autonomie Erika Stefani (Lega)

Ministro per il Sud Barbara Lezzi (M5S)

Ministro per la Famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana (Lega)

Ministro Affari esteri Enzo Moavero Milanesi

Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S)

Ministro della Difesa Elisabetta Trenta (M5S)

Ministro dell’Economia e delle Finanze Giovanni Tria

Ministro delle Politiche agricole Gianmarco Centinaio (Lega)

Ministro Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S)

Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti (Lega)

Ministro dei Beni Culturali e Turismo Alberto Bonisoli (M5S)

Ministro della Salute Giulia Grillo (M5S)

Ministro per l’Ambiente, Sergio Costa (M5S)

Ministro delle Politiche comunitarie Paolo Savona

Sottosegretario Presidente del Consiglio Giancarlo Giorgetti (Lega)

 

Tre i Siciliani nel nuovo Governo:

 

GIULIA BONGIORNO, Nata a Palermo 52 anni fa, avvocato (procedimenti importanti come quello a carico di Andreotti, Doni e Conte) fondatrice di un’associazione contro gli abusi con Michelle Hunziker, già parlamentare con An, eletta al Senato come indipendente della Lega.

ALFONSO BONAFEDE, di Mazara Del Vallo, 42 anni.(M5s), avvocato. Eletto alla Camera dei Deputanti nel 2013 con i Cinque Stelle, nell’ultima tornata elettorale è stato rieletto alla Camera.

GIULIA GRILLO, di Catania, 44 anni, eletta alle politiche del 2013, successivamente capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, rimanendo in carica fino al 30 dicembre 2016.

Una nota “amara” viene dalla Germania. Parole inopportune e considerate “improprie” pronunciate dal presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, nel corso di una sessione di domande e risposte a Bruxelles: “Gli italiani lavorino di più e siano meno corrotti (…) smettano di guardare all’Ue per salvare le regioni più povere del Paese”.

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